CESTELLI PER DIPINGERE: COSA SCEGLIERE?

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Redazione GV3
02 agosto 2022
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Quando il pittore o il writer opta per una piattaforma autocarrata?
Perché, a volte, non predilige la più confortevole piattaforma verticale?
Certo, in gergo comune, il pittore o il writer parlano sempre e comunque di cestello, senza distinzione di sorta… ma, da cestello a cestello, ci sono delle sostanziali differenze.


Tinteggiatura all'esterno o all'interno?
Quindi, alimentazione elettrica, diesel o ibrida?

Innanzitutto, partiamo dal presupposto che si debba lavorare su una superficie lineare di medie dimensioni, priva di volumi… e con volumi ci si riferisce soprattutto a manufatti solidi di grandi dimensioni, come torri e viadotti: di questi parleremo, infatti, successivamente, in un articolo dedicato.

Allora, abbiamo il nostro bel muro, una grande parete che - idealmente - potrebbe essere lunga 10 e alta 15 metri. Oppure stretta 7 e alta 10… insomma, una sorta di grande tela, di grande foglio bianco.
In quanto dipintori o decoratori professionisti, saprete che – meteo permettendo – il lavoro potrebbe richiedere circa una settimana? E, ponendo di dipingere in esterna, all’aperto, sapete già che l’attrezzatura di cui dovrete dotarvi potrà essere ad alimentazione sia elettrica sia diesel, oppure ibrida!

Se si ha la possibilità di disporre di energia elettrica per la carica della batteria, infatti, si può optare fin da subito per una soluzione a basso impatto ambientale, quindi una piattaforma aerea elettrica o ibrida. Oggigiorno, le piattaforme elettriche hanno una buona durata d’operatività e ottime performance: tutto sta sempre, ovviamente, a quanto viene movimentata la macchina; quindi, traslata la forbice o il braccio telescopico a qui la cesta è installata.


Cestelli: meglio piattaforma verticale o autocarrata?

A seguito di quanto appurato in fase di sopralluogo tecnico da un nostro referente commerciale – quindi misurato uno spazio più o meno ampio di manovrabilità, valutati ipotetici accessi quali cancelli o portoni e riscontrati eventuali ostacoli in quota da oltrepassare, o ancora irregolarità e pendenze del suolo – la scelta cadrà indicativamente su una piattaforma aerea verticale o una piattaforma aerea autocarrata.

Chi dipinge, potendo fare una scelta di comodo, predilige la verticale. La piattaforma verticale, detta anche scissor o forbice, è indubbiamente la soluzione più pratica: veloce nello sviluppo e semplice da utilizzare. E, soprattutto, dotata di una cesta capiente, spesso estendibile, utile quindi a soddisfare sia l’ingombro di vasi di vernice e altri strumenti di lavoro sia a garantire ampia operatività stessa della manovalanza in quota.

La piattaforma aerea autocarrata entra in gioco quando si necessita di sbraccio: quando si ha, quindi, bisogno di superare degli ostacoli, quali pensiline, elementi d’arredo o sporgenze di qualsivoglia genere. E anche in presenza di pendenze più o meno significative. Forse meno pratica della verticale, l’autocarrata ha però anch’essa i suoi vantaggi. Sono vari i motivi per cui non deve essere considerata una soluzione di ripiego, ma una vera e propria alternativa. Infatti:

  • non ci sono costi di trasporto di partenza, la consegna è però opzionabile a pagamento;
  • si è quindi autonomi nel ritiro e nella consegna in filiale;
  • si può sgomberare il mezzo dall’area di cantiere e custodirlo al sicuro con più facilità.


Occupazione dello spazio pubblico.
Cosa è meglio fare?

Quando il muro che si va a colorare si affaccia su uno spazio pubblico e il mezzo elevatore occupa anch’esso suolo pubblico, lo sgombero del veicolo a fine giornata può essere richiesto o quanto meno preferenziale. Pensiamo alla situazione più comune: una piattaforma autocarrata stabilizzata nel mezzo di una piazza o di un viale oppure stabilizzata a cavallo tra il marciapiede e la strada.

In centro città, quando si tinteggia un muro o si dipinge un murale, la piattaforma autocarrata occupa spesso uno dei due sensi di marcia, obbligando il già intenso traffico urbano a canalizzarsi in un senso unico temporaneo o alternato. In questo caso, a fine giornata è normale liberare la carreggiata e parcheggiare quindi l’autocarrata in uno spazio più consono, qual è un parcheggio privato o un’area recintata privata.

Spostare un’autocarrata è semplice e veloce, mentre movimentare una verticale per centinaia di metri nel traffico cittadino non è agevole né ammesso. Generalmente una piattaforma verticale rimane infatti ricoverata nell’area transennata di cantiere fino a fine lavori. E rientra in filiale solo con un trasporto organizzato da una ditta di trasporti specializzata, che gestisce il carico dell’attrezzatura e lo scarico della stessa presso la filiale di noleggio di appartenenza.


E se una verticale o un’autocarrata da 20 metri non basta?

Di solito, la maggior parte delle pareti trattate da un’impresa di dipinture o da artisti muralisti vengono gestite con una fornitura a noleggio VENPA di verticali e/o autocarrate da 20 metri (vedi per l'arte urbana il progetto di forniture tecniche dedicato: www.progettofullcolor.it). Non sempre queste soluzioni sono sufficienti. A volte la superficie da trattare è alta decine di metri. Oppure si sviluppa su più lati di un parallelepipedo, dove lo sbraccio di una piccola autocarrata non è sufficiente!

In questo caso, entrano in scena le semoventi girevoli articolate… ma tratteremo, come già anticipato, questa peculiarità in un’altra news dedicata.