Attorno al bacino di carenaggio dell’Arsenale di Venezia, in occasione della Biennale d’Arte, ha preso corpo “Building Bridges”. Si tratta di una mastodontica scultura che “rappresenta l’apice dell’espressione artistica di Lorenzo Quinn fino ad oggi”, da dichiarazioni rilasciate dall’entourage dell’artista alla stampa locale. La spettacolare scultura, composta da sei paia di mani monumentali, è alta 15 metri e larga 20 metri.
In un mondo sempre più interconnesso e instabile, l’opera d’arte di Quinn vuole trasmettere con forte enfasi il bisogno dell’umanità di traslare le sue molte differenze. La maxi installazione è volutamente visibile a tutti, per condividere quanto più possibile il messaggio di unione tra le persone e i popoli.
Lorenzo Quinn inaugurerà la sua monumentale opera in occasione della Biennale d’Arte 2019: gran gala giovedì 9 maggio, con mini-concerto di Andrea Bocelli.
In occasione della presentazione di “Support” – la scultura che due anni fa sostenne Ca’ Sagredo – Lorenzo Quinn aveva già spiegato di prediligere le mani perché simbolo di unione: “Ci servono a creare arte, accarezzare i nostri figli, agire per proteggere – per loro – il pianeta. E gettare ponti”, facendo già eco – con notevole anticipo – a “Buildings Bridges”!
Per la movimentazione e l’allestimento dell’opera sono state impiegate più attrezzature, tra cui una piattaforma semovente telescopica JLG 1250 AJP e una Genie 135-70 AWD, fornite da GV3 Venpa, le cui specifiche tecniche principali sono consultabili qui.
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